Pornografia a scuola?

Un articolo pubblicato su una rivista tedesca è di spunto per riflettere sull’insidiosa quanto diffusa piaga dell’educazione sessuale fatta ai bambini fin dalla più tenera età. Le immagini e i contenuti di tale insegnamento sono del tutto immorali, e ledono l’innocenza dei piccoli.
Chi ha la fortuna di conoscere una o più lingue straniere, ha la possibilità di informarsi meglio su ciò che accade in altri Paesi d’Europa, senza ricorrere a traduzioni e sintesi, ma leggendo la stampa e la letteratura estera direttamente in lingua originale.
Così non poche volte, per rendere più variegata e informata questa rubrica, abbiamo citato libri, riviste, ricerche e siti internet legati alla Francia e alla cultura transalpina. Stavolta facciamo un cenno, rapido e tristissimo, sul mondo tedesco e germanofono, partendo da uno scioccante articolo che abbiamo avuto tra mano pochi giorni or sono.

La rivista tedesca Z für Zukunft (ovvero Zeta per Futuro, che in tedesco si dice Zukunft) è un ottimo bimestrale di orientamento bioetico, familiare e cristiano, diretto da Peter Ischka e con molti collaboratori di valore, come l’ottima scrittrice cattolica Christa Meves. Ha il classico formato magazine, coloratissimo e colmo di foto, immagini e disegni, e comporta 68 pagine a numero (l’abbonamento per 6 numeri annui costa 49 euro).
Fin qui nulla di così eccezionale, anche se è bene che i lettori del Settimanale sappiano che non sono soli, in Europa, nella decisiva lotta per la difesa della famiglia naturale e biblica, fondata sul matrimonio tra un solo uomo e una sola donna. Ebbene nell’ultimo numero appena uscito di Z für Zukunft, ottobre/novembre 2013, vi sono molti validi articoli a difesa della famiglia, contro la dittatura del Gender (il peggiore totalitarismo culturale che la storia ricordi), contro la pedofilia (promossa da numerosi gruppi in Germania), e contro la cosiddetta sessualità precoce (Früsexualisierung), ovvero il tentativo di sporcare l’anima dei fanciulli prima ancora che sia completato il loro pieno sviluppo psicofisico. Il Dossier di fondo di questo numero della rivista parla di «Campo di battaglia della famiglia: fortificare le colonne della società». In tal senso, oltre ad altri articoli interessanti, ce n’è uno particolarmente rivelatore delle subdole manovre massoniche finalizzate al lavaggio del cervello dei bambini, di età sempre più bassa.

L’autore è il pastore Thomas Haas, capo della comunità protestante di Gau-Algesheim che è, come permette la tradizione luterana, altresì capofamiglia e padre di 3 bambini in età scolare. Il titolo dell’articolo è: Sexualkunde in der Schule. Eine Vatererfahrung, cioè Educazione sessuale nella scuola. L’esperienza di un padre (Z für Zukunft, 10/2013, pp. 57-58).
Più che il contenuto dell’articolo, che comunque cercherò di rendere fruibile al lettore non germanofono, ciò che mi ha colpito e scandalizzato anzitutto sono le immagini riportate accanto al testo. Queste immagini ripugnanti e ispirate da satana e dai suoi alleati terreni, non sono il frutto dell’immaginazione del buon pastore Thomas, bensì sono tratte da un libro delle scuole elementari frequentate da suo figlio! Potremmo avventurarci in una loro “scannerizzazione”, ma conosciamo bene la sensibilità e la dignità dei lettori del Settimanale, quindi meglio la censura che l’obbrobrio. Assicuriamo però il lettore che non abbiamo (per fortuna o no) la morale delle educande dei rinomati collegi svizzeri degli anni ’30: siamo nati e vissuti finora in una grande metropoli dell’Occidente secolarizzato (e malato di sessualità perversa e degenerata). Se diciamo che trattasi di pura pornografia, lo diciamo dunque senza esagerare di un millimetro.

Nel testo, il pastore spiega che nelle riunioni scolastiche dei suoi figli ha appreso dai maestri che era prevista tra le materie obbligatorie anche l’educazione sessuale. E che questa risulterebbe importante in quella fase dello sviluppo, 6-12 anni, proprio per stabilire l’orientamento sessuale del bambino. E anche per introdurlo nei meandri della sessualità. Così per esempio un bel giorno la maestra ha deciso di insegnare ai bambini, maschietti e femminucce, ad infilare un preservativo. Un giorno uno dei figli del pastore Thomas è stato portato con il resto della classe nella sede dell’associazione Pro Familia (!!!): il personale di questa diabolica associazione, tra altre amenità, ha spiegato ai pargoli come si interrompe una gravidanza.
Non è affatto migliore la situazione al liceo frequentato da un altro figlio del pastore. In questo caso però il signor Thomas ha richiesto un appuntamento al preside e lo ha ottenuto. Il preside si è mostrato comprensivo dello sdegno espresso dal signor Thomas, ma si è detto obbligato a proseguire con questi corsi di (dis)educazione sessuale, resi obbligatori dal governo della regione, sotto la spinta dei partiti di Sinistra e dei Verdi. Perfino il preside e lo stesso insegnante deputato al corso in questione, si sono detti grati della protesta del pastore, vista da loro come segno di interessamento all’educazione del figlio, al contrario di quanto avverrebbe ordinariamente in Germania.

Il pastore ne ha dedotto che è bene lottare e far sentire la propria voce sui temi, che noi cattolici, definiremmo “non negoziabili”. Aggiungo io che se l’Italia appare “arretrata” rispetto alla Germania su questo e su altri ambiti, tuttavia è noto che il nostro Paese cercherà nei prossimi anni di mettersi in pari con l’Europa. È bene perciò non piangersi addosso, ma scrivere, parlare (e questo lo sanno fare tutti), protestare contro la cultura di morte in tutti i suoi aspetti e in tutti i contesti in cui si trova.

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