Riceviamo una lettera di una persona che ben conosce la realtà delle Suore Francescane dell’Immacolata, in risposta ad una delle tante deliranti storie inventate di sana pianta e pubblicate su un blog che, contrariamente al nome, non ha niente da condividere con la verità.
È veramente difficile riuscire a leggere fino alla fine i lunghi articoli che appaiono sul blog “La verità sul commissariamento dei Francecani dell’Immacolata” . Si avverte un certo disagio perché si percepisce che l’autore, sempre anonimo (che sa di viltà), è animato da rancore e da rabbia mentre dalla sua penna escono invettive senza fine, affermazioni calunniose e feroci senza nessuna dimostrazione concreta.
Nella invettiva contro i “Quattro punti chiave della spiritualità delle Suore Francescane dell’Immacolata” si vorrebbe dimostrare, senza nessuna documentazione, che quello della povertà serafica è una ipocrisia basata sui “muri divisori che esistono tra la realtà e l’idealità” e dopo una serie di parole ingiuriose contro i frati e il Fondatore cominciano una serie di calunnie volte a smantellare la povertà vissuta dalle suore.
A tal proposito si vuol far presente innanzitutto che la Casa Mariana Editrice non è neppure iscritta alla Camera di Commercio. Le sue “entrate” a volte non bastano neanche a coprire tutte le spese di stampa, ma si va avanti confidando unicamente nella Provvidenza, che mai viene meno.
Quanto al fatto delle banche private in Italia e all’estero di stampo sionista e massonico alle quale si affiderebbero i propri “risparmi”, vien da piangere (o da ridere) a leggere ciò, mentre si sa che le Suore Francescane dell’Immacolata, fanno convergere le offerte che ricevono per sostenere le missioni e tutte le altre opere apostoliche e di carità in tutto il mondo.
Quanto alle suore ammalate, esse vengono sempre curate in comunità, a meno che non ci sia qualche caso particolare in cui la suora ha bisogno di essere curata in famiglia. Intimadazioni e minacce non fanno parte dello stile delle suore, mentre si tocca il fondo quando, con un’accusa di truffa, si mette in dubbio la veridicità e la trasparenza del lavoro che da tanti anni le suore svolgono presso i bambini più poveri con la raccolta di adozioni a distanza.
Le suore mandate in missione sarebbero state “sfruttate” e mandate in questi luoghi come viaggio finale verso le camere a gas di chi si voleva eliminare ecc…, mentre in realtà ogni suora che parte per le missioni, che diventa “missionaria”, è riguardata come una privilegiata perché scelta tra tante a portare l’Immacolata nelle terre infedeli, chiamata a svolgere una missione davvero speciale e quindi ritenuta come colei che può vivere in pienezza il Voto mariano.
Per chi non lo sapesse, infatti, il Voto mariano è contrassegnato dalla missionarietà “senza limiti” , secondo l’ispirazione di san Massimiliano ed è quindi una delle espressioni dell’amore più grande proprie del Voto. Ma c’è da chiedersi se non è proprio questo amore che, forse, è venuto a mancare nel cuore di qualche ex- consacrata sulla quale si basano le “testimonianze affidabili” riportate ancora a proposito del lebbrosario… Quel lebbrosario per il quale invece le suore hanno lavorato tanto, fino a portarsi in casa i figli dei lebbrosi, che nessuno accettava, per dare a loro un futuro, oltre che una vita dignitosa.
Si attacca senza ragione anche la mensa del povero ed anche altre iniziative lodevoli delle missionarie Francescane dell’Immacolata, tirando in campo nomi e riferimenti a persone in modo del tutto irrispettoso e mordace, e si capisce bene che il solo scopo è quello di denigrare…
Disgustoso è il discorso ironico nel quale con grandi caratteri si mettono a confronto le suore di Madre Teresa con le Suore FI. Ogni carisma e ogni Istituto ha la sua peculiarità e le proprie consuetudini che non possono essere oggetto di confronti gratuiti e sprezzanti né di ridicolizzazione. E come ogni persona ha la sua identità e la sua dignità così anche ogni Istituto. Da parte loro le suore FI hanno sempre avuto grande ammirazione e stima per le Suore di Madre Teresa e viceversa.
In effetti dinanzi a questo articolo e ai tanti altri, dello stesso stile, apparsi in quel “triste” blog non si può non sentire compassione, per l’autore o gli autori, che fanno trapelare tanto rancore, tanta inquietudine, per non dire odio e disprezzo; e sappiamo bene che di questi mali chi ne soffre di più è proprio chi li ha nel cuore. E allora non resta che perdonare e pregare…