
In risposta all’articolo dal titololo summenzionato pubblicato sul sito ufficiale dei Francescani dell’Immacolata, intendo affermare che: data la distanza delle nostre posizioni è del tutto superfluo precisare che il sottoscritto non parlI a nome del nuovo corso dei Francescani dell’Immacolata.
Pretendere che le temporalità dei beni debbano restare nella disponibilità dei frati è contrario alla Regola dell’Istituto, che è di pubblico dominio, ed è nota soprattutto ai membri della MIM, formati dai FFI, di cui seguono il carisma. Secondo tale legislazione, conformemente alla mente dei Fondatori, i frati francescani dell’Immacolata non possono avere la proprietà di alcun bene, né possono accampare in qualsiasi modo un diritto all’uso. L’uso dei beni è loro solo concesso a titolo di carità dai benefattori e fintanto che essi lo vorranno. Fin da principio, nell’Istituto è stato chiaro (e così da voi Padri è stato sempre insegnato a noi laici e vostri benefattori) che un bene non può mai essere considerato vostro, né che voi possiate mai pensare di poterne disporre a piacimento e contrariamente alla volontà dei donatori.
Circa l’osservanza più stretta della regola e delle Costituzioni, non sta a me giudicare; è la stessa pretesa del modo in cui intendete disporre dei beni che vi soppesa.
L’evidenziare la distanza di ogni iniziativa dei frati del nuovo corso, dall’indagine della guardia di finanza, nella quale riponiamo assoluta fiducia, è problema che pone l’autore dell’articolo esaminato, non io. Forse teme che qualcuno non gli creda?
Quanto alle denigrazioni e ingiurie e quant’altro, lo vede il mondo intero. Basta leggere gli interventi dei blog a voi vicini; a firma rigorosamente anonima, s’intende.
Se siete stati costretti a ridurre le opere missionarie svolte dall’Istituto è perché, da quando è cominciato il commissariamento, molti laici e benefattori storici hanno interrotto ogni forma di sostegno all’Istituto. Chissà perché!?
Infine, me lo sono riservato per ultimo, sarà perché con gli anni le intimidazioni cominciano ad annoiarmi, circa l’avvisaglia di scomunica, non so darmi una ragione, ma mi passa per la mente, con ostinata insistenza, la voce onomatopeica della targa della città di Parma.
Distinti saluti
Claudio Circelli
P.S. Se dovessi ricevere una risposta ancora in forma anonima, benché sul sito ufficiale del nuovo corso dei FFI, potrei non rispondere.