I nodi al pettine

piedemadonna

Con la notizia del 27 marzo 2015, pubblicata sul Il Fatto Quotidiano, apprendiamo che il commissario dei Frati Francescani dell’Immacolata, Fidenzio Volpi, si è rifiutato di obbedire ad un suo diretto superiore, in riferimento al mandato che esercita. Infatti, Monsignor Josè Rodriguez Carballo, Segretario della Congregazione degli Istituti di vita Consacrata, ha invitato il commissario a ritirare la sospensione a divinis con la quale ha colpito alcuni Frati Francescani dell’Immacolata. Dobbiamo quindi legittimamente supporre che il provvedimento del commissario non poggiava su elementi che oggettivamente lo giustificavano. Per la verità, di questo ne eravamo più che convinti, nonostante lo sforzo dei FFI del nuovo corso di dimostrare la fondatezza del grave atto sanzionatorio. Con la conferma della Congregazione ora ne siamo certi. Il commissario, per quanto apprendiamo dal giornale, si dice amareggiato per gli ostacoli che avrebbe trovato nell’esercizio delle sue funzioni, includendo evidentemente tra questi, anche l’invito dell’alto prelato. I laici fedeli al Fondatore dei FFI e, dunque, alla Chiesa, ringraziano la Congregazione di aver posto un freno alla tendenza di Fidenzio Volpi di effondere sospensioni a divinis come l’acqua delle fontane di Roma.
Costatiamo con rammarico che la tanto strombazzata disobbedienza (ancora tutta da dimostrare) imputata a laici e frati fedeli al Fondatore e alla Chiesa, sia posta in essere proprio da chi dovrebbe dare l’esempio in prima persona, soprattutto in virtù dell’alta carica che ricopre. È vero che il commissario rimette la decisione al Santo Padre stesso, ma dalla circostanza sorgono due domande:
è proprio vero che chi critica l’operato del commissario lo fa senza ragion veduta?
È proprio vero che chiunque critichi l’operato del commissario è automaticamente contro il Papa?

Il Comitato dell’Immacolata

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