Da quando sono state diffuse informazioni circa il tenore di vita nei conventi delle suore Francescane dell’Immacolata, i fedeli che conoscono quest’Istituto religioso vogliono fra ascoltare la loro voce.
Ecco la testimonianza dei genitori di una delle suore.
Siamo i genitori di una Suora Francescana dell’Immacolata, entrata in convento nell’Agosto del 2008. Increduli e addolorati per quanto pubblicato ultimamente su alcuni giornali, vorremmo testimoniare che in nessuna occasione, né quando andiamo a trovare nostra figlia rimanendo con lei più giorni, né quando la sentiamo telefonicamente, abbiamo mai percepito un clima di oppressione, bensì di tranquillità, concordia e gioia; nostra figlia, come le sue consorelle, è serena, felice, libera e al termine di ogni incontro o colloquio, abbiamo la certezza di saperla in perfetta salute psicofisica.
Quando si sono rese necessarie visite mediche e cure, sono state sempre e repentinamente eseguite. Con le accuse che sono state rivolte alle suore si vorrebbe inoltre presentare il rapporto con i propri famigliari disinteressato e al limite del disumano. Non è così. Lo scorso anno, infatti, un membro della nostra famiglia ha dovuto sottoporsi ad un prolungato ricovero ospedaliero e nostra figlia, per quasi due mesi, ha potuto assisterci nei bisogni fisici e spirituali, insieme alle consorelle, instancabili e sempre liete.
Nostra figlia più piccola che adesso ha tredici anni, dall’età di sei è molto spesso ospite delle suore e ritorna ogni volta gioiosa e serena.
Tutte le superiore che abbiamo conosciuto ci hanno sempre edificato con la loro profonda umiltà, carità esemplare e accolto con attenta e squisita maternità.
Conosciamo il fondatore Padre Stefano Maria Manelli da quasi dieci anni e da lui abbiamo imparato ad amare Gesù, la Madonna, il Papa e la Chiesa. Possiamo ricordare solo parole e gesti di carità e profondo rispetto. Frequentiamo diversi conventi dei Francescani dell’Immacolata, rendendoci disponibili per le loro necessità, ma ogni volta riceviamo più di quanto diamo, e con questi fratelli e sorelle davvero sperimentiamo il Vangelo vissuto in perfetta letizia.
Siamo oltremodo costernati circa le ultime accuse di torture, patti di sangue e induzione alla prostituzione che le suore subirebbero in convento. Non è possibile che nostra figlia, che conosciamo profondamente, insieme a tutte le altre consorelle che hanno deciso di consacrarsi a Dio e che vediamo così serene, possano sottostare a pratiche che addirittura ne metterebbero a repentaglio la loro scelta di vivere in purezza.
Non è certo questa l’atmosfera che si respira nei loro conventi.
La nostra impressione è invece che si stia facendo di tutto per distruggere, infangando con macchinazioni subdole e ben progettate, come ad esempio i programmi televisivi studiati a regola d’arte mass mediatica, la bellezza dei numerosi frutti d’amore e di fede (a chi questo può interessare!) che crescono dovunque operano e in chiunque conosca questi religiosi e religiose.
Chiediamo pertanto di essere ascoltati come testimoni che assistono addolorati e impotenti a questa campagna diffamatoria priva di ogni seria regola deontologica che ne definisce il valore professionale, fino all’inverosimile, nei confronti di persone che dedicano la loro vita a diffondere nel mondo il bene, sia spirituale che in opere missionarie.
Confidiamo nel Signore, certi che un giorno la Verità, seguita da una adeguata Giustizia, avrà l’ultima parola.
Calgaro Luca e Lucia