Dalle “Confessioni di un malandrino”

Hands Of PrayingPubblichiamo una pagina del manoscritto “Confessioni di un malandrino”. Se ci fossero altri che volessero raccontarci la loro esperienza di consacrazione illimitata all’Immacolata, possono farcela pervenire all’indirizzo: atuagloria2@gmail.com.

La mia fede nel Dio uno e trino ha essenzialmente una caratteristica sentimentale. È, quindi, una non fede. Ben altra cosa è quella vera, quella fatta di lotta alle imperfezioni, che con il voto illimitato di consacrazione all’Immacolata, mi carica di una grande responsabilità perché mi fa comprendere che non si può essere cristiani in nessun altro modo, se non esercitandosi nel rinnegamento di se stessi. Naturalmente tutto ciò comporta una ferrea volontà e un combattimento su tutti i fronti della vita quotidiana. Volontà che, purtroppo, non è stata educata; in parte per un malsano modo di intendere l’educazione da parte dei genitori – non tutti hanno la grazia di nascere in una famiglia di santi, anche se poi supplisce l’intervento straordinario dell’Immacolata, come potrei testimoniare a sua gloria e a gloria di Dio -, dall’altra parte anche per mia grave colpa perché ho mancato di rispondere alle ispirazioni divine. Che fare? Bisognerebbe prendere esempio da anime che si sono sforzate di vivere santamente, già quaggiù, su questa terra, come il Servo di Dio, Settimio Manelli. Scrive a riguardo una delle figlie, Maria Teresa Manelli, nella biografia dal titolo Papà Settimio: Certamente Papà, dopo la conversione, nonostante le continue tentazioni, ha sempre vinto il suo “io” con una volontà di ferro che con il tempo è diventata una potenza forte e docile che gli ha permesso di orientarla interamente verso Dio. Infatti, per lui la vita era una continua lotta e il primo campo di battaglia è stato se stesso. «Il regno dei cieli – ripeteva citando il Vangelo – patisce violenza, e solo i violenti se ne impossessano» (Mc 11,12). Questi due aggettivi, forte e docile, mi sembrano felicemente ispirati perché esprimano bene l’atteggiamento spirituale di chi è seriamente impegnato in un percorso di conversione. Se è vero che abbiamo bisogno di farci violenza – pratica che richiede forza, ardore nel combattimento spirituale, non mollezza da femminucce, come quando si è incapaci di un benché minimo atto di volontà -, è altrettanto vero che essa è finalizzata a raggiungere la docilità per disporci nelle cose di Dio. Per diventare docili bisogna prima che la natura ribelle si pieghi. Tale atteggiamento è ben espresso nell’atto di consacrazione solenne all’Immacolata. In esso leggiamo: “Disponi pure se vuoi, di tutto me stesso, senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te: «Ella ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15), come pure: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero» (Lit.), affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere in tal modo, quanto più è possibile, il benedetto Regno del Sacratissimo Cuore di Gesù.” È il cammino dei santi e, dunque, di tutti noi, perché per tutti c’è una chiamata improcrastinabile alla santità. Quanto grande è la mia colpa per la mancata risposta verso questa chiamata! È solo il mio atteggiamento che mi qualifica come vero cristiano. Non le parole, le catechesi spicciole nell’apostolato quotidiano con le persone che incontro, ma la vita, dice chi sono. Parlassi di meno e pregassi di più, farei molto meglio per i fratelli con cui quotidianamente mi incontro.

Per di più, con il voto mariano non ci sono sconti, ma solo responsabilità. Si tratta, però, di responsabilità che non ci appesantiscono, che, al contrario, ci rendono liberi, ci fanno ritrovare la pace con noi stessi, l’essenza della nostra identità. Riportano alla sintesi il nostro essere ferito, e ricompongono quanto il peccato aveva in noi disperso.

Avessi solo mancato nella scarsa applicazione della volontà! La mia situazione è tanto più grave perché mi ritrovo con un cuore duro, incapace di un pentimento sincero e profondo, incapace di piangere incessantemente, con profondo dolore, per i peccati da me commessi.

Se, però, il voto mariano mi chiede un impegno vero, sincero e soprattutto totale, dall’altro ci lega misteriosamente a Lei, l’Avvocata nostra, il nostro Rifugio, l’Amore fatto creatura. Ci lega a Colei che non si stanca di rialzarci quando cadiamo, che ci ama, ci ama, ci ama. Per questo godiamo della sua materna premura e con Lei ritorna la speranza di cambiare, la forza di ricominciare. Avviene un miracolo, forse più grande di quelli conclamati a Lourdes o in altro Santuario, un miracolo acclamato nel libro del profeta Isaia: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve.Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.”

Non sarà mai abbastanza ringraziare la Madonna per il dono del voto mariano e per essere stati rigenerati, mediante esso.

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