20 febbraio Cuore di Maria “Obbedientissimo”

cuore-immacolato-di-maria-1La virtù dell’obbedienza alla volontà di Dio si può dire che sia stata la carta d’i­dentità del Cuore di Maria Santissima. All’Annunciazione, infatti, la Madonna si presenta direttamente come la schiava sempre pronta ad obbedire: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).

Questa carta d’identità di Maria San­tissima ci fa anche capire che la virtù del­l’obbedienza, uniformando la volontà della creatura alla volontà di Dio, colloca la cre­atura sulla via più perfetta per il Paradi­so. A santa Gemma Galgani, infatti, che chiedeva quale fosse la via più diretta per andare in Paradiso, il suo Angelo custode rispose che la “direttissima” per il Paradiso era l’obbedienza.

Bisogna obbedire sempre, eccetto quan­do l’autorità comandasse il peccato o abu­sasse della propria autorità. Per l’uomo, si sa bene, l’obbedienza è una virtù terribile, perché ogni figlio di Adamo porta in sé le tristi conseguenze del peccato originale, che fu, insieme, un peccato di orgoglio e disob­bedienza a Dio.

L’obbedienza più difficile di tutte…

L’obbedienza perfettissima di Maria Santissima all’angelo Gabriele fu anch’es­sa difficile? Sì, essa fu non solo difficile, ma difficilissima. Perché?… Perché Maria Santissima, con il suo Cuore Immacola­to, comprese molto bene che il suo Figlio divino doveva essere il Messia divino, quale Redentore universale.

Ella conosceva le Sacre Scritture e sa­peva, quindi, che il Messia divino, per ope­rare la Redenzione universale avrebbe dovuto soffrire le pene della morte più infame – la “Crocifissione”– salvando così l’u­manità intera dalla perdizione nell’inferno eterno, meritato per tutti dai Progenitori Adamo ed Eva, con la mortale caduta nella colpa originale.

E perciò Maria Vergine comprese bene che tutte quelle pene del suo Figlio Reden­tore “Crocifisso” sarebbero diventa­te le sue stesse pene di Madre a Lui legata interamente e indissolubilmente per com­piere insieme l’intera missione salvifica della Redenzione universale.

L’intera vita di Maria Santissima, inol­tre, fu anche una vita di obbedienze dolo­rose non solo a Dio, ma anche alle leggi degli uomini, come sappiamo dagli Evan­gelisti che ci descrivono alcuni eventi in cui appare sempre umile e docile l’obbedienza del Cuore di Maria in ogni situazione di disagio o affanno.

Obbediente fu Maria alla Legge di Dio della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio. Maria Santissima, avendo conce­pito e partorito verginalmente Gesù, non era in alcun modo bisognosa di purificazione, né Gesù Bambino di Presentazione, essen­do Figlio di Dio. Eppure, la Sacra Famiglia fu ugualmente obbediente alla Legge, pre­sentandosi puntualmente al Tempio come tutti i buoni ebrei (cf Lc 2,22­40).

Obbediente fu Maria, con san Giusep­pe, all’ordine di scappare, durante la notte, in Egitto, con il neonato Gesù, per salvarlo dall’atroce strage degli innocenti bambini che il crudelissimo re Erode aveva ordina­to, volendo egli fare uccidere Gesù Bambi­no (cf Mt 2,13­15).

Ugualmente, Maria Santissima, con san Giuseppe, fu obbediente al pellegrinaggio annuale a Gerusalemme, in occasione del­ la Pasqua, dove avvenne l’episodio molto doloroso dello smarrimento di Gesù nella Città Santa, quando Egli era un giovinet­to dodicenne, ritrovato nel Tempio dopo tre giorni di angosciosa ricerca da parte di Maria e Giuseppe (cf Lc 2,41­52).

L’obbedienza di Maria anche alle auto­rità civili appare limpida quando, in occa­sione del censimento, Ella si pose in viaggio con san Giuseppe da Nazareth fino a Bet­lemme (cf Lc 2,1­6), benché si trovasse in condizioni molto delicate, essendo ormai vicina al tempo del parto di Gesù.

Ancora, appare evidente la santa virtù di Maria Santissima nell’obbedire imme­diatamente a san Giuseppe, suo vergine spo­so. Quando l’angelo apparve di notte a san Giuseppe avvertendolo di prendere subito con sé la Madre e il Bambino per fuggire in Egitto, e quando gli apparve di nuovo avvertendolo di tornare a Nazareth, Maria Santissima fu sempre e subito docile nell’ob­bedire con prontezza a san Giuseppe (cf Mt 2,13­15; 2,19­23). Furono tutte obbedien­ze eroiche, ovviamente, che comportarono grandi rinnegamenti.

Sappiamo, inoltre, che Maria Santissi­ma fu obbediente al suo Figlio Gesù che si separò da Lei per iniziare la vita pubbli­ca. E proprio il Figlio, nell’occasione in cui una donna del popolo lodava la Mamma che lo aveva portato nel grembo e allat­tato, rispose, invece, lodando soprattutto l’obbedienza della sua Mamma, dicendo: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28).

Infine, la più grande obbedienza di Ma­ria Santissima fu quella del suo “Fiat”, rin­novato sul Calvario, ai piedi di Gesù, il Redentore, che moriva fra gli spasimi più atroci della crocifissione. Anche la Mam­ma, allora, commoriva con il Figlio sul Cal­vario, per salvare i peccatori, coimmolata anch’Ella quale Madre Corredentrice del­l’intera umanità, in tutto e sempre unita al Figlio Redentore (cf Gv 19,25­27).

Questa fu l’obbedienza di Maria più grande, che fa unità con l’amore più grande, che è quello dell’immolazione di se stesso per gli altri, secondo le parole di Gesù stes­so: «Nessuno ha un amore più grande di que­sto: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Sappiamo tutti molto bene che Gesù, di fatto, ha immolato tutto se stesso per noi, «obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8).

Maria obbedientissima a Dio e agli uo­mini, dopo Gesù, è il modello più sublime di obbedienza fino all’immolazione totale di sé. Chiediamo a Lei di avere anche noi questa virtù dell’obbedienza che è la “diret­tissima” per il Paradiso.

 

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