24 febbraio Cuore di Maria Dolcezza

 

cuore-immacolato-di-maria-1Scrisse molto bene Dante Alighieri fa­cendo dire a san Bernardo questa lode a Maria Santissima: «In te misericordia, in te pietate / in te magnificenza, in te s’aduna / quantunque in creatura è di bontate», come si canta anche nella liturgia della Chiesa in onore della divina Madre.

Qualsiasi bontà che è nelle creature celesti e terrestri si ritrova anche nel Cuo­re Immacolato di Maria Santissima. La dolcezza è una delle cose buone più preziose e belle nelle creature. La dolcezza e l’amabi­lità, la soavità e la mitezza, la delicatezza e la finezza… paiono tutte parole in qualche modo sinonime della bontà più elevata.

Una delle frasi di Gesù dice: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29), ed Egli volle raffigurarsi infatti nell’agnello mite che si lascia tosare e anche sacrificare senza neppure lamentarsi… La dolcezza, dunque, è una caratteristica di Gesù. Ma Gesù ha ricevuto la sua dolcezza dal Cuore dolcissimo della sua divina Mamma!

Quanta dolcezza perciò aveva il Cuore di Maria Santissima?… Chi può misurar­la?… Pensiamo alla dolcezza di un angelo, alla dolcezza del sorriso di una bambina, alla dolcezza dei baci di una mamma ai suoi bam­bini… Pensiamo alla dolcezza di un dolce coperto di miele, alla dolcezza della luna nel cielo stellato, alla dolcezza dei prati smaltati di fiorellini… Si pensi alla dolcezza soave di certe musiche, di certi tramonti, di certe poesie, di certi volti delle Madonne del Quattrocento…

Orbene, tutte queste dolcezze, trasfigu­rate, si trovano adunate nel Cuore di Maria Santissima, la creatura “tutta grazia” che non ha mai cessato di attrarre le anime nel mondo intero da quando è apparsa sulla terra come un’aurora di bellezza sublime e incantevole. Sembra davvero che Dio ab­bia adunato in Maria ogni dolcezza, tutte le dolcezze possibili, e l’abbia fatto rivesten­do Maria di una doppia Maternità: quella divina e quella umana, per essere la Madre tenerissima e dolcissima di Gesù e di tutti gli uomini suoi figli.

Si può anche dire che, a volte, basta pronunciare il solo nome di Maria per tro­vare in esso tanta dolcezza per la nostra anima. Così avveniva per tutti i santi e le sante, per tutti i veri devoti della Madon­na, ma anche, e forse ancora più, per i molti peccatori pentiti che, toccati nel cuore dal Cuore della divina Madre, hanno pianto con amarezza, ma anche con tanta dolcez­za intima, i loro peccati e misfatti, trovando in Maria la Mamma più soave e premurosa della loro conversione e salvezza.

Non dovremmo tutti noi farci attrar­re dalla dolcezza materna del Cuore del­ la Madonna? Non dovremmo anche noi sforzarci di imitare la sua dolcezza così materna? Non avvertiamo noi l’esigenza di ricambiare la dolcezza del Cuore della Madonna con la mitezza e dolcezza del no­stro cuore?

Si sa bene che il contrario della dolcezza è l’amarezza e quanto spesso, purtroppo, noi offriamo alla Madonna tante amarezze e sol­tanto amarezze! Pensiamo infatti alle amarezze dei nostri peccati e difetti, delle nostre negli­genze e trascuratezze di ogni giorno con cui diamo dispiaceri alla Madonna senza nep­pure pensarci o farci caso. Siamo capaci di diventare anche duri o indifferenti di fronte alla sua Maternità tenerissima e dolcissima! E quante volte si ascoltano parole volga­ri, espressioni ignobili e bestemmie atroci contro la Madonna (senza dire addirittura dell’immondezza blasfema di cinema, spet­tacoli, libri, turpiloquio… contro la Madon­na), senza che nessuno di noi osi reagire e rendersi conto della gravità oscena di quelle bestemmie, di quelle profanazioni e oltraggi.

San Massimiliano M. Kolbe piange…

Capitò a Roma, sulla strada: c’erano alcuni giovinastri che cominciarono a liti­gare e fecero subito volare prima espres­sioni di rabbia gli uni contro gli altri e poi qualcuno cominciò a dire anche qualche bestemmia contro la Madonna con sempre maggiore rabbia…

Passava di là il giovane san Massi­miliano M. Kolbe, frate Francescano Conventuale, e all’udire quelle bestemmie contro la Madonna non riuscì a stare sen­za fare qualcosa. Si mosse immediatamen­te, perciò, andando vicino a quel giovane che bestemmiava la Madonna; si avvicinò a lui con le lacrime agli occhi e fissandolo gli dis­se: «Ma perché bestemmi la Madonna?… La Madonna è una Mamma… La bestem­mieresti la tua mamma?…».

Il giovane rimase molto colpito dalle la­ crime e dalle parole del Santo… tacque per un po’, lo guardò e poi, molto dispiaciuto, gli chiese subito scusa delle bestemmie contro la Madonna e promise di non dirle più.

È edificante sapere che il vescovo sant’An­tonio M. Claret, grande predicatore e inna­morato del Cuore Immacolato di Maria, nelle sue catechesi raccomandava molto spesso, soprattutto ai giovani, di contra­stare con decisione la bestemmia contro la Madonna dicendo e ripetendo, anche ad alta voce, ad ogni bestemmia che sentiva­no, la pia risposta di riparazione: «Ave, o purissima Vergine Maria!».

Chiediamo tutti alla Madonna di otte­nerci le grazie del sincero pentimento per i nostri peccati e del proposito fermo di non farla più soffrire, con l’impegno giornaliero di figli decisi a non offrirle più le amarezze delle nostre colpe e infedeltà, ma le dolcezze dei nostri atti di virtù, dei nostri generosi sacrifici, dei nostri umili ma sinceri “fioret­ti” più dolci, per il suo Cuore di Mamma dolcissima.

 

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