C’è stato vero matrimonio tra san Giuseppe e Maria per ragioni di diverso genere.
È avvenuto secondo la lettera e lo spirito della Legge ebraica da essi osservata esemplarmente sia nei tempi che nei modi.
È stato voluto da Dio che non solo ha disposto secondo le vie ineffabili della Provvidenza il loro incontro, ma ha anche dichiarato tramite l’Angelo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria…» (Mt 1,20). Ha avuto la riconferma del pieno consenso di san Giuseppe che superò i suoi dubbi personali quando ricevette dall’Angelo la spiegazione della gravidanza di Maria. È accaduto perché Maria potesse avere nel migliore dei modi il più sicuro degli appoggi per la sua persona e per la sua missione, cioè mediante l’indissolubile vincolo matrimoniale che stringeva san Giuseppe a Lei.
È stato riconosciuto per dichiarata, personale convinzione dagli evangelisti Matteo (cf. Mt 1,16.18.20.24) e Luca (cf. Lc 2,5), che hanno scritto in ambienti diversi e per scopi differenti, chiamando san Giuseppe e Maria rispettivamente padre e madre di Gesù. Matteo ha riferito anche la convinzione del popolo (cf. Mt 13,55).
È servito a provare vero che il Messia è figlio di Davide, benché concepito per opera dello Spirito Santo, perché san Giuseppe è sposo di Maria, e perciò la paternità del bambino, da Maria concepito miracolosamente, è attribuita giuridicamente al suo legittimo sposo, san Giuseppe, discendente di Davide. Non c’è nulla da obiettare se lo sposo riconosce legalmente come proprio il figlio generato dalla propria sposa.
È stato vissuto con un’eccezione che non toglie nulla al vero matrimonio. Giuseppe e Maria non hanno mai avuto un rapporto coniugale, avendo ognuno di essi potuto rinunciarvi e avendovi di fatto rinunciato per legittime ragioni superiori: l’essere stata Maria fatta propria dallo Spirito Santo per la nascita verginale di Gesù, e l’avere Giuseppe fisicamente rispettato, oltre che religiosamente e pienamente, la donna che lo Spirito Santo aveva riservata a sé e alla quale san Giuseppe si sentiva dato solo per servirla.
I coniugi, per la reciproca donazione del proprio corpo riferita alla procreazione dei figli, acquistano il potere di compiere l’atto coniugale, ma non sono obbligati ad usarlo a tutti i costi. Restano veri sposi stretti in vero matrimonio sia quando esercitano questo potere, sia quando scelgono onestamente di non esercitarlo, sia quando sono impediti di esercitarlo per malattia o assenza o altra forza maggiore.
L’essenza del matrimonio consiste nell’indivisibile unione delle anime, per la quale i coniugi si obbligano a conservare vicendevolmente la fedeltà. Questa essenza ha brillato meravigliosamente nel matrimonio di san Giuseppe e Maria, le cui anime hanno avuto una così indivisibile unione, che è immensamente superiore a quella che possono avere i migliori coniugi di questo mondo, e hanno avuto una tale vicendevole fedeltà che non si può assolutamente immaginarne una migliore di essa. Anzi hanno avuto unità di volontà, di grazia e di amore per Gesù, di modo che non c’è stato da una parte san Giuseppe e dall’altra Maria, ma una realtà unica.
Commentando le parole dell’Angelo a san Giuseppe: «Alzati e prendi il bambino» (Mt 2,20), san Tommaso nota: «L’angelo non dice figlio, non dice coniuge, ma bambino, per designare la dignità del bambino e l’integrità della Madre. Ciò sta a significare che san Giuseppe non fu dato a Maria per l’unione coniugale, ma per il servizio e per la difesa».
Quelli che il Vangelo chiama fratelli e sorelle di Gesù sono, secondo il linguaggio ebraico, cugini o parenti di Gesù. È verità di Fede che Maria è stata sempre vergine: prima della nascita di Gesù, durante e dopo questa nascita. Anche san Giuseppe è ritenuto vergine dalla Chiesa, anche se non ancora a livello di Fede rivelata.
Inoltre c’è stato vero matrimonio tra san Giuseppe e Maria per le altre ragioni che seguono. È stato voluto per accogliere ed educare il figlio, perché la prole non è detta bene del matrimonio solo in quanto è generata per mezzo di esso, ma anche e soprattutto in quanto nel matrimonio viene accolta ed educata. Ha avuto lo scopo di velare la miracolosa concezione e nascita di Gesù perché questi apparisse a tutti nato, come tutti e non fosse considerato un illegittimo, a scapito della sua missione.
È valso a nascondere il parto verginale di Maria al diavolo il quale, se avesse saputo o sospettato che il Figlio di Lei era l’atteso Redentore, avrebbe istigato i giudei ad ucciderlo prima del tempo stabilito; e come al diavolo, così agli increduli e agli indegni.
Ha inteso raffigurare l’altra unione avvenuta nella Sacra Famiglia, cioè l’unione tra il Verbo e la sua umanità, e raffigurarla come segno perfetto, preludio immediato, preparazione decisiva.
Ha anticipato quella che sarà l’unione tra Cristo e la Chiesa: anche questa unione è verginale, indissolubile, feconda, totale; così che Cristo è tutto per la Chiesa, come la Chiesa è tutta per Cristo.
Ha rievocato Adamo ed Eva sposi nel paradiso terrestre. Adamo ed Eva furono l’inizio della rovina del genere umano; san Giuseppe e Maria sono stati l’inizio della riparazione di quella rovina. Eva fu sedotta per prima dal diavolo sotto forma di serpente, e poi Adamo: Maria è stata informata per prima dall’Angelo del mistero dell’Incarnazione e poi san Giuseppe. Adamo ed Eva trasmisero la morte del peccato a tutti i posteri; san Giuseppe e Maria hanno portato la vita della grazia per tutti gli uomini: Lei, concependo e generando l’Autore della vita; lui, nutrendo e salvaguardando questo Autore.
Insomma il matrimonio tra san Giuseppe e Maria è stato una meraviglia divina: il più riuscito dell’umanità perché il più santo. Di questo bisogna ringraziare anche san Giuseppe perché, sebbene non sia in alcun modo padre di Gesù secondo la carne, tuttavia con la sua verginità così perfetta e così radicalmente votata a Dio, ha reso possibile che il Verbo, come Egli voleva e come conveniva a Lui, Dio, fosse concepito e nascesse verginalmente da Maria.
San Giuseppe e Maria ci ricordano che il matrimonio cristiano è santo: rispetto al suo Autore, nelle proprietà essenziali, riguardo alla materia, nei significati, negli scopi, negli effetti.
L’Autore è Dio, che lo ha istituito nel paradiso terrestre, consacrato nella Legge di Mosè ed innalzato a sacramento nel Nuovo Testamento.
Le proprietà sono l’unità è l’indissolubilità. La prima vieta la poligamia, la poliandria, l’adulterio, il libero amore, l’infedeltà; la seconda proibisce il divorzio.
La materia non è inanimata ed insensibile, come negli altri Sacramenti, ma viva e vitale, cioè persone umane.
I significati sono quelli di rappresentare l’unione del Figlio di Dio con la natura umana, l’unione di Gesù Cristo con la Chiesa, l’unione di Gesù con le anime mediante la grazia santificante.
Gli scopi sono: stabilire tra l’uomo e la donna un’unione perpetua, frenare la concupiscenza, arginare l’immoralità, procreare figli alla società e alla Chiesa.
Gli effetti sono: la formazione del vincolo matrimoniale, l’aumento della grazia, il diritto agli aiuti necessari alla vita della famiglia.
San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, considerava le persone sposate come persone sacre.
Proposito: Ci piaccia immaginare durante il giorno san Giuseppe e Maria accanto a noi e pregarli perché salvino il matrimonio dei cristiani infedeli.
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