Proponiamo ai lettori due brevi riflessioni del Cardinale Sarah tratti dal libro “La forza del silenzio”. Nella prima è stigmatizzo il dramma della celebrazione liturgica, dispersa nel rumore del mondo, lontana dalla retta dottrina.
Nella seconda il porporato ci ricorda che quando nella Chiesa si perde lo spirito di preghiera, l’ascolto del Dio che parla, anche i conclavi possono essere compromessi.
“Oggi, alcuni sacerdoti trattano l’Eucarestia con assoluto disprezzo. Vedono la messa come un banchetto pieno di chiacchiere in cui i cristiani fedeli all’insegnamento di Gesù, divorziati risposati, uomini e donne che vivono in adulterio e persino turisti non battezzati che partecipano alle celebrazioni eucaristiche piene di folle anonime possono accedere alla comunione del corpo e al sangue di Cristo, senza distinzione alcuna. La Chiesa deve esaminare urgentemente l’opportunità ecclesiale e pastorale di queste immense celebrazioni eucaristiche cui partecipano migliaia e migliaia di persone. È grande il pericolo di trasformare l’Eucarestia, «il grande mistero di Fede», in una volgare kermesse e, quindi, di profanare il corpo e il preziosissimo sangue di Cristo. I sacerdoti che distribuiscono le sante specie senza conoscere nessuno e danno il Corpo di Gesù a tutti, senza discernere tra cristiani e non cristiani, prendono parte alla profanazione del Santo Sacrificio eucaristico. Coloro che esercitano l’autorità nella Chiesa sono colpevoli di una specie di complicità volontaria per il fatto di lasciare che si realizzi il sacrilegio e la profanazione del Corpo di Cristo in queste gigantesche e ridicole autocelebrazioni, in cui sono ben pochi coloro che percepiscono che « (…) voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga» (1 Cor. 11,26). Sacerdoti infedeli alla «memoria» di Gesù insistono piuttosto sull’aspetto festivo e la dimensione fraterna della mensa che sul sacrificio cruento di Cristo sulla Croce. L’importanza delle disposizioni interiori e la necessità di riconciliarci con Dio accettando di lasciarci purificare dal sacramento della confessione non sono più di moda oggi. Occultiamo sempre di più l’ammonimento di San Paolo ai Corinzi: «Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva del calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti» (1 Cor 11,26-30) Come dovremmo dunque raccoglierci in silenzio e adorazione, come Maria ai piedi della Croce, davanti a Dio che muore per i nostri peccati in ciascuna delle nostre Eucarestie? Come dovremmo mantenerci nel silenzio e nell’azione di grazie davanti a Dio Onnipotente che soffre la passione a causa delle nostre ribellioni, delle nostre indifferenze e delle nostre infedeltà? […] Oggi ci sono cristiani che si coalizzano per allontanare Gesù e la sua dottrina da coloro che cercano onestamente la verità. [Gesù] È sempre più solo tra gli uomini che lo odiano e non sanno come amarlo, perché sono incapaci di riconoscerlo come Egli è. Tuttavia ci sarà sempre un piccolo gregge che vuole conoscerlo e amarlo.”
Sul Conclave
“Tutti i concili si sono posti sotto la protezione dello Spirito. Durante i conclavi, lo Spirito indica ai cardinali la scelta di Dio e quest’ultimi si devono sottomettere alla sua volontà e non alle strategie politiche umane. Se contrariamo lo Spirito Santo con miserabili piccoli calcoli umani, con gli incontri segreti e i conciliabili mediatici, corriamo incontro alla tragedia e diventiamo i fossori (becchini) della natura divina della Chiesa.”