Il Vangelo del Venerdì santo. Rubrica di Filippo Gluck

titolo 1 

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

Vangelo  Gv 18, 1-19, 42

Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo:
 «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

Lo condussero prima da Anna


Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro:
 «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose:
 «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono! 


Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero:
 «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Il mio regno non è di questo mondo


Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò:
 «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».  Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

 

Commento al Vangelo del

don dolindo

 

In un momento storico di primissimo ordine, nel quale il regno del mondo si sfascia dalle fondamenta, è di suprema importanza volgere gli occhi al vero, unico ed eterno Re…Giuda sapeva il luogo dove Gesù s’era raccolto; Giuda che s’interpreta lodato, pur essendo ignominia vivente. Egli andò nell’orto con la coorte*, le guardie, i capi dei sacerdoti e dei farisei, e vi andò con lanterne, fiaccole ed armi, per tradire e catturare Gesù. Il mondo, lodato sempre per le sue gesta ignominiose, combatte il regno del Redentore con la coorte, cioè con la violenza delle sue leggi, e con le guardie, cioè coi
suoi sbirri, ministri di soprusi e di sopraffazioni. Si serve dei sacerdoti infedeli, e dei farisei, cioè dei traviati e degli ipocriti e falsi cristiani, per la sua lotta, ed avanza con lanterne, fiaccole ed armi, cioè con le pretese luci della scienza e della civiltà, che non tendono a far luce nella notte, ma solo a facilitare l’irrompere contro Gesù e la sua Chiesa con la violenza delle persecuzioni. Il mondo però non vince, è sempre prostrato a terra dalla parola di Gesù, il quale è sempre Lui e non muta: Sono Io! Ma quando Dio lo permette, il mondo par che si rialzi dalle sue sconfitte, e per poco ha la prevalenza. In questi momenti figgono perfino i più fedeli, e Gesù sembra lasciato solo, in balìa degli empi. La reazione dei buoni è fiacca come quella di Pietro, che ferì Malco e poi se ne fuggi; è inetta per il rispetto umano ed il timore, che fa rinnegare il Re divino innanzi alle minacce ed allo scherno del mondo. È questo il tempo nel quale la miscredenza fa i processi al Redentore per negarne la divinità, e nel quale tanti fedeli si accomunano agli empi per timore umano.

  • Unità militare formata da drappelli di soldati

 

Riflessione

Il mondo che si sfascia e la necessità di volgere lo sguardo verso il vero Re, fa quantomeno pensare che se il mondo si sfascia è perché non ha voluto riconoscere la regalità di Cristo, non si è voluto assoggettare agli insegnamenti del Signore.

Il mondo, ricorda don Dolindo, combatte il Redentore, con leggi inique, che sono contro gli insegnamenti di Gesù Cristo, pensiamo ad esempio l’aborto, e con il potere delle Istituzioni che addirittura arrivano a condannare chi osa criticare l’omosessualità.  Ma l’aspetto più dolorosa di questa lotta è la battaglia contro Cristo e i suoi insegnamenti, ingaggiata da coloro che sono dentro la Chiesa. Ricordiamo, a tal riguardo la recente lettera di Papa Benedetto XVI.

A fronte di tutto questo, dice senza mezze misure don Dolindo, la razione dei buoni, come quella di san Pietro è fiacca e vile, poiché fuggì di fronte al pericolo. 

 

Interogativo

 

Non è forse vero che la mia fede è una fede senza vigore, senza spirito di sacrificio, incapace di testimoniare l’appartenenza a Cristo e pronta a gettare la spugna di fronte al minimo pericolo o alla minima contrarietà? 

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