Domenica di Pentecoste. Rubrica a cura di Filippo Gluk

titolo 1Vangelo    Gv 14, 15-16. 23-26


dondolindo 2Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il 
Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». 
don dolindo
Commento di don Dolindo

Per far vivere in noi Gesù Cristo è necessario amarlo praticamente, osservando i suoi comandamenti, e per far questo è necessaria la grazia. La grazia viene a noi dallo Spirito Santo, e perciò Gesù Cristo, dopo aver parlato del Padre e di Lui stesso, Figlio del Padre, accenna allo Spirito Santo, che realizza la nostra unione con Lui e ci rende glorificazione di Dio …   Gesù Cristo promette questo altro Paraclito perché rimanga nelle anime che lo riceveranno e nella Chiesa ch’Egli vivificherà, e perché sia conservato integro il patrimonio della fede e la Chiesa viva nel perenne splendore dell’infallibile verità… Dio, venendo in noi e santificandoci, ci trasforma in un tempio santo, ornato di tutte le virtù. Egli, Uno e Trino, sorgente infinita di vita divina, vuol farci partecipare alla sua santità; l’anima diventa un sacro recinto riservato a Dio, e si santifica, sol che con umiltà e filiale abbandono si lasci portare dalla sua grazia, donandosi a Lui veramente.

Riflessione

Don Dolindo ci ricorda che non si ama Gesù Cristo a parole, ma con i fatti concreti. Questa è la condizione indispensabile perché dimori in noi lo Spirito Santo promesso da nostro Signore Gesù Cristo. Se solo soppesassimo il nostro piccolo sforzo di piacergli, rispetto alla grande contropartita che riceveremmo! Da una parte un impegno un po’ più serio di vita cristiana – e abbiamo sempre tutti qualcosa in cui migliorare -, dall’altra la partecipazione alla sua santità che vuol dire divinizzazione dell’essere. Lo Spirito Santo, cioè, ci divinizza. Per questo, però, è richiesta una condizione: perseverare nell’umiltà e abbandonarci completamente nelle mani di Dio, sull’esempio di Gesù, fino all’effusione del sangue, se fosse necessario.

Che meravigliosa realtà! Quale scambio ineffabile di stupore! Come non vivere per ringraziare della partecipazione ad un mistero di amore così inenarrabile? Dio, l’Infinito, l’Eterno, si china su di me, tutto sporco, e mi raccoglie dal fango per rendermi partecipe della sua divinità, mediante l’azione dello Spirito Santo.

Si resta storditi per lo stupore, di fronte all’intensità di questo amore di Dio per noi.

Interrogativo

Trascorro la mia giornata, con cuore pieno di gratitudine, pensando spesso all’amore che Dio ha per me? Ringrazio lo Spirito Santo per l’opera di santificazione che vuole realizzare in me, a condizione che resti nell’umiltà e sia docile nel seguire i suoi divini voleri?

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