Mentre l’emergenza coronavirus mette in ginocchio il mondo e le istituzioni prendono straordinarie misure di sicurezza, dalla Polonia arriva un esempio encomiabile.
Le chiese, si sa, sono chiuse, per il pericolo di contagio. E, peggio di peggio, non si celebra l’Eucarestia. Non è pensabile che si reagisca così incautamente, giustificando quella che è un’evidente mancanza di fede nell’affrontare la questione con la necessità di adottare precauzioni indispensabili.
Per contrastare il fenomeno degli assembramenti, la Chiesa polacca ha moltiplicato le messe, in modo da disciplinare l’afflusso dei fedeli e mantenere la distanza richiesta dalle autorità.
L’arcivescovo Stanislaw Gadecki, Presidente della Commissione Episcopale Polacca, ha fatto ben comprendere che i sacerdoti hanno il dovere di salvaguardare la salute spirituale dei fedeli, così come i medici curano la salute corporale dei pazienti.
La Polonia sia d’esempio al mondo cattolico!