Ricordate quando per promuovere l’aborto si diceva che le donne avevano bisogno di una struttura sanitaria per massacrare i loro bambini senza rischiare per la loro salute? Ricordate come per incentivarne la legalizzazione si gonfiavano i numeri di decessi delle donne per aborto clandestino?
Bene, dimenticate tutto, perché non vale più!
Da questo mese nel Regno Unito è permesso abortire in casa con i potentissimi abortivi chimici a base di Mifepristone e misoprostol.
In questo modo lo Stato d’oltre Manica ha scelto di fronteggiare l’emergenza Covid 19 e di assicurare quelli che, con una disgustosa espressione, sono definiti “diritti essenziali”.
L’aborto “fai da te” è l’epilogo della menzogna diabolica, sposata sconsideratamente da gran parte del genere umano. Siamo partiti rivendicando il diritto ad abortire negli ospedali proprio per evitare il ricorso all’aborto clandestino, considerato un grave rischio per la salute della donna; ora che l’aborto è divenuto “diritto” si ritorna all’aborto privato. L’unica differenza rispetto a prima è che l’aborto privato non è più clandestino. E questo proprio quando uno studio citato dalla parlamentare inglese, l’onorevole Antonia Tully, (in foto) denuncia un aumento delle complicanze per aborti medici a meno di 12 settimane, che dal 4,2% nel 2008 sono passate all’8,2% nel 2015.
Gli aborti domestici aumentano i rischi per le donne, ma tutto questo non interessa più e i medici, nel pieno rispetto della profilassi antipandemica, possono prescrivere i farmaci da casa.
C’è ancora qualcuno che dubita di come il Coronavirus sia una punizione di Dio per i nostri peccati?