Il Decreto della Sede Vaticana prescrive che: “nei paesi colpiti dalla malattia e dove le restrizioni attorno all’assemblea e al movimento delle persone sono state imposte, vescovi e sacerdoti possono celebrare i riti della Settimana Santa senza la presenza del popolo e in un luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo il segno della pace”.
Nella Domenica delle Palme, la liturgia “deve essere celebrata all’interno di edifici sacri”.
La Messa del Crisma, tradizionalmente celebrata da ogni vescovo diocesano la mattina del Giovedì Santo, potrebbe essere spostata ad una data dopo Pasqua.
La Messa della Cena del Signore la sera del Giovedì Santo non si concluderà con una processione. Il Santissimo Sacramento, che altrimenti verrebbe spostato su un altro altare, “deve essere custodito nel tabernacolo”. Il lavaggio cerimoniale dei piedi, deve essere omesso”.
Mentre in tempi regolari non si devono dire Messe private durante il Triduo, gli ultimi tre giorni precedenti la Pasqua, quest’anno è eccezionalmente concesso a tutti i sacerdoti “di celebrare la Messa in un luogo adatto (il Giovedì Santo), senza la presenza della gente.
La preghiera universale del Venerdì santo prevede l’organizzazione, da parte dei vescovi, di un’intenzione speciale per coloro che si trovano in difficoltà, i malati, i morti”.
La Veglia pasquale, che celebra la risurrezione di Cristo, deve essere celebrata “solo nella Cattedrale e nelle chiese parrocchiali”.
La liturgia battesimale che prevede battesimi per adulti di convertiti alla fede, deve essere ridotta al solo rinnovamento delle promesse battesimali.
La preghiera delle Stazioni della Croce, non saranno possibili durante la Settimana Santa in molte parti del mondo. Pertanto “possono essere trasferiti in altri giorni adatti dell’anno”, in particolare il 14 settembre, la festa dell’Esaltazione della Croce, e il 15 settembre, la festa dei Sette Dolori della Madonna. Entrambi i giorni sono fortemente legati alla passione di Cristo durante la Settimana Santa.
Il decreto incoraggia i fedeli a “unirsi in preghiera” nelle loro case. “I mezzi di trasmissioni telematiche in diretta (non registrate) possono essere di aiuto”.