Spirito di profezia

Con lume soprannaturale penetrava San Crispino le cose occulte. L’Abate Mengoli nobile della Romagna, si trovava in Albano, andò un giorno al convento dei cappuccini tutto costernato, ed afflitto per la perdita di varie ricevute, ed altre carte assai importanti. San Crispino vedendone. le angustie, pregò la santissima Vergine, a manifestare il luogo, dove erano nascoste. Quindi rivolto con tutta franchezza al gentiluomo, tornate a casa, cercate nel tal armadio, che gli descrisse, e la le troverete. Così di fatti avvenne con incredibile meraviglia del Mengoli, il quale tanto più ne restò sorpreso, perché San Crispino non aveva mai visto la casa, ne l’armadio. Un altra persona per alcuni riguardi aveva nascosta una cedola di trenta scudi tra la pergamena e il cartone di un libro. Dopo molto tempo ricercava la cedola, senza ricordarsi del luogo dove 1’aveva riposta onde viveva in grande agitazione ed angustia . Un giorno confidò il suo travaglio al Servo di Dio il quale gli disse, che aspettasse un poco, e intanto andò a supplicare la santissima Vergine, perché gli svelasse il segreto. Tornò quindi lietissimo, e disse: Signore guardate nel vostro libro, che voi stesso leggete, e troverete la vostra cedola. Più meraviglioso è il fatto, che seguì ad un certo Fra Marco Romito di S. Angelo luogo vicino al convento dei padri minori osservanti di Palazzola. Questi aveva piantato intorno al romitorio diverse spalliere di frutti così particolari e preziosi, che non si trovavano i simili in tutto Albano; e quando erano questi giunti a maturazione ne regalava a diversi signori, e al Papa medesimo, i quali per gratitudine poi gli davano copiose elemosine. Ritraendo dunque da quei frutti la sua principale sussistenza, li custodiva con molta gelosia; ma nonostante le sue diligenze si avvide un giorno, che ne mancavano diverse e sospettando, che fossero stati rubati dall’altro eremita suo compagno, detto Fra Antonio, concepì contro il medesimo un odio implacabile senza però manifestarlo ad alcuno. Accadde intanto, che egli fu attaccato da una gagliarda flussione di orecchie, la quale a poco a poco gli calava sul petto con il pericolo di rimanere soffocato; avendo egli una stretta amicizia con San Crispino, si raccomandò caldamente al medesimo, perché gli impetrasse dalla santissima Vergine la guarigione. Subito, San Crispino lo trasse in disparte per non essere udito dagli altri, e senza lasciargli aprire bocca gli disse: Io Fra Marco, già lo so cosa volete ma voi portate odio nel cuore contro Fra Antonio e ne meditate la vendetta contro ogni giustizia e verità; i frutti non sono stati rubati da Fra Antonio in modo alcuno; e Dio vi castiga con questa infermità, che provate, perché voi siete in peccato; deponete quest’odio che io adesso vado a pregare per voi la santissima Vergine e sarete libero. Ciò detto andò a pregare. Stupefatto ed attonito Fra Marco sentendosi scoperto in un fatto che non aveva mai confidato ad alcuno, si penti de suoi vani sospetti e propose di deporre ogni avversione contro il compagno. Tornò allora lietissimo San Crispino e lo esortò a stare di buon animo, mentre per intercessione della Madre di Dio gli era stata concessa la grazia. Di fatti da quel momento il romito non sentì più incomodo alcuno.

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