Breve Biografia di Fulton Sheen

Venerabile Fulton John Sheen Vescovo

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El Paso, Stati Uniti, 8 maggio 1895 – New York, Stati Uniti, 9 dicembre 1979

Fulton John Sheen, ordinato sacerdote il 20 dicembre 1919 a Peoria, fu dal 1951 al 1966 vescovo ausiliare di New York, quindi per tre anni vescovo di Rochester. Diffuse il Vangelo tramite numerosi libri, conferenze, programmi radiofonici e televisivi. Ritiratosi nel 1969 con il titolo di arcivescovo di Newport, morì a New York dieci anni dopo, il 9 dicembre 1979. Papa Benedetto XVI lo ha dichiarato Venerabile il 28 giugno 2012. Per via del mancato accordo tra la diocesi di New York, dov’è sepolto, e quella di Peoria, attore della causa, circa la ricognizione del suo corpo, essa è stata sospesa a tempo indefinito.

 

 

Aveva otto anni, quando un giorno, servendo la Santa Messa al Vescovo Mons. John Spalding, gli sfuggì di mano l’ampollina del vino che si schiantò con gran fracasso sul pavimento della cattedrale. In sacrestia, si aspettava un terribile rimprovero. Il Vescovo, invece, tutto amabile, gli domandò: «Giovanotto, a che scuola andrai quando sarai più grande?». Il piccolo nominò la scuola cattolica della città. Ma il Vescovo, sottolineò: «Ti ho detto: quando sarai grande!». E aggiunse, sicuro: «Di’ a tua madre che un giorno, andrai a studiare a Lovanio e poi diventerai Vescovo, come me». Il ragazzino rientrò in casa e riferì tutto alla mamma, ma presto dimenticò completamente il discorso del prelato.

Si chiamava Fulton Sheen, il buon chierichetto, ed era nato ad El Paso, nell’Illinois (Stati Uniti), l’8 maggio 1895, da una famiglia irlandese. Qualche anno dopo, i suoi genitori si trasferirono a Peoria, centro della diocesi, affinché i loro figli potessero frequentare le scuole superiori cattoliche. Ebbene, proprio a Peoria, Fulton, dopo le elementari, intraprese gli studi letterari e filosofici.

Al centro della sua giovinezza, già c’è Gesù, che lo occupava e lo avvicinava a Sé.

Quando scoprì in modo chiaro la sua chiamata al sacerdozio, entrò in Seminario: destinazione, diventare un vero alter Christus. Nella cattedrale di Peoria, il 20 settembre 1919, a 24 anni, fu ordinato sacerdote. Il Vescovo lo mandò a proseguire gli studi all’Università Cattolica di Washington, ma Don Fulton desiderava approfondire il pensiero filosofico di San Tommaso d’Aquino: la filosofia dell’essere, la filosofia perenne, per confutare, alla luce della ragione e della fede, i gravi errori delle filosofie moderne, negatrici di Dio e della Verità, e farsi apostolo e difensore della Verità.

Così, il Vescovo, lo mandò a studiare all’Università di Lovanio, in Europa. Lì, ottenne il dottorato in filosofia, a Roma quello in teologia. Ora era davvero diventato un maestro della Verità, della Fede cattolica cogitata, nella luce radiosa di Maestro Tommaso.

Rientrato negli States, va come vice-parroco in una parrocchia di periferia. Inizia con la predicazione quaresimale: le prime sere, erano pochi ascoltatori, ma col passar dei giorni, crebbero in modo enorme a sentire il giovane predicatore. Seguì una Pasqua meravigliosa, con numerose conversioni, con il ritorno ai Sacramenti da parte di un gran numero di persone. Sì, perché Don Fulton predicava per convertire le anime a Cristo e condurle in Paradiso e per questo, affinché la sua predicazione fosse efficace, passava lungo tempo in adorazione a Gesù Eucaristico, davanti al Tabernacolo.

Celebrava il sacrificio della Messa, ogni giorno con più fervore, chiedendo a Gesù di poter conquistare a Lui più anime possibile. Un anno dopo, seppe che era desiderato all’Università Cattolica, come docente di filosofia. Per 25 anni, sarà un docente meraviglioso con allievi entusiasti di lui, soprattutto entusiasti della Verità che egli portava a scoprire e a possedere, raptus, come Sant’Agostino, amore indagandae Veritatis.

La prima parte della profezia di Mons. Spalding si era avverata. Don Fulton ora ricordava, ma non gli bastava però la cattedra: voleva raggiungere più fratelli ancora, da condurre a Gesù, l’unico Amore della sua vita.

Iniziò a tenere conferenze in patria e all’estero. I suoi discorsi erano sempre più seguiti: appassionava e conquistava. Nel 1930, fu invitato dalla NBC (la radio degli Stati Uniti), a parlare ogni domenica sera, in un programma intitolato L’ora cattolica. La sua voce diventò nota in tutti gli States. Si trovò sommerso da migliaia di lettere: persone che gli aprivano l’anima, alla ricerca di Dio. Rispondeva a tutti. E pregava per loro. Si vide una primavera di conversioni a Gesù, e alla Chiesa Cattolica.

Anche il Papa, Pio XI seppe di lui.

Nel 1935, ad esprimergli la sua riconoscenza, lo nominò Prelato domestico, con il titolo di Monsignore. Nel 1950, all’inizio dei programmi Tv, fu chiamato dalla medesima NBC a comparire sui teleschermi. Cominciò con il programma Vale la pena di vivere, in cui partendo dalla necessità impellente per tutti di dare un senso alla vita, evidenziava che ogni uomo, lasciato solo, può soltanto dire di se stesso: Magna quaestio factus sum mihi, sono diventato un gran problema per me, e problema insolubile.

A questo problema, Mons. Sheen, offriva una risposta: Gesù Cristo, l’unica soluzione di tutti i problemi, il Cristo crocifisso e risorto (Tertulliano). Ogni settimana era seguito da 30 milioni di persone. Il suo linguaggio era limpido, comprensibile a tutti, di serietà straordinaria, eppure a volte scherzoso, sempre piacevole, anche quando poneva davanti alle più gravi responsabilità della vita.

Sempre nel 1950, venne nominato direttore nazionale della Società per la propagazione della Fede. Iniziò una lunga serie di viaggi in Asia, in Africa e

in Oceania per interessarsi dell’evangelizzazione dei popoli. Un’altra mirabile possibilità di irradiare Gesù, il suo Vangelo, di far comprendere che solo in Lui ogni anima, ogni popolo trova la sua vera grandezza.

Gesù nella parrocchia, Gesù sulla cattedra universitaria, Gesù alla radio e in Tv, Gesù per le strade del mondo. Perché solo Gesù è il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio incarnato e crocifisso, il Vivente!

L’11 giugno 1951, a Roma, per volontà di Papa Pio XII, Mons. Fulton Sheen è consacrato Vescovo. Si avvera così, in pieno, la profezia di Mons. Spalding di 50 anni prima.

Nella sua autobiografia, scriverà: «L’investitura episcopale può dare un senso di euforia, ma non necessariamente la stima che la gente ti dimostra, corrisponde a quella che il Signore ha di te».

Per questo, la sua autobiografia, s’intitola: Un tesoro d’argilla, a dire il contrasto tra l’immenso valore del sacerdozio e la fragilità della persona cui è conferito. Tuttavia, il sacerdote, e ancor più il Vescovo, è chiamato ad agire in persona Christi, a essere un Cristo vero, in mezzo al mondo, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

È mandato Vescovo ausiliare a New York, ma continua a parlare in Tv e a scrivere libri, uno più bello dell’altro, che hanno un grande successo, una mirabile fecondità di bene. Ne citiamo alcuni: La pace dell’animaLa felicità del cuoreIl primo amore del mondo, quest’ultimo sulla Madonna, nel quale la dottrina si associa sovente alla poesia, sempre in uno stile denso di luce.

Per lo scrivente, il più bello è La filosofia della religione, in cui mostra come ai nostri giorni, la filosofia abbia raggiunto il livello più basso di irrazionalismo con cui guarda con disprezzo assoluto a Dio e alle Verità eterne… e poi, l’autore indica il cammino della sana ragione, illuminata dalla fede, alla ricerca e al possesso di Dio, in Cristo, unica Via, unica Verità, unica Vita. È la filosofia di San Tommaso, che sola ci è di guida per la comprensione dell’uomo, del mondo e di Dio. È la più vera apologetica che conduce alla Verità eterna.

Mons. Fulton Sheen, nel 1966 è nominato Vescovo di Rochester e sperimenta sulla sua pelle la contestazione che ormai dilaga nella Chiesa nel post Concilio. La febbre dell’impegno nel mondo sembra impadronirsi di preti e suore, a scapito della preghiera e del rapporto con Dio. Il catechismo e i Sacramenti diventano secondari, o inutili, davanti alle cosiddette “urgenze” del tempo. È un vento infido che soffia e squassa tutto cosicché Papa Paolo VI parla di “autodemolizione della Chiesa”.

Il Vescovo brillante dei teleschermi, noto al mondo intero, alza la voce per dire a preti e seminaristi che: «innanzitutto il sacerdote è chiamato ad essere con-vittima e con-redentore con Gesù offerto sulla croce e sull’altare. Non basta alleviare le necessità materiali dei fratelli, occorre annunciare Gesù, farlo conoscere e amare. Convertire le anime a Lui e questo è frutto di santità, di unione con Dio».

Diventato Vescovo emerito a 75 anni, nel 1969, continua a tenere conferenze e a scrivere articoli e libri. Sono ormai più di sessanta, tra cui la sua famosa Vita di Cristo. Le sue conversazioni televisive sono raccolte in volumi, diffusi in tutto il mondo. Solo Dio sa quante persone egli abbia convertito: si tratta di cattolici da anni lontani dai Sacramenti, di non cattolici che grazie a lui hanno trovato la vera Chiesa di Cristo, di peccatori con gravissime colpe.

Il 20 settembre 1979, Mons. Sheen celebra la Santa Messa per il suo 60° di sacerdozio, ricordando all’omelia: «Non è che io non ami la vita, ma ora voglio vedere il Signore. Ho passato tante ore davanti a Lui nel Santissimo Sacramento, ho parlato a Lui nella preghiera e di Lui con chiunque mi volesse ascoltare. Ora voglio vederlo faccia a faccia».

Due mesi dopo, il suo desiderio si compie: il  +9 dicembre 1979, va a vedere Dio faccia a faccia, nella gioia. Impressiona ancora oggi quando egli ci insegna che cosa dobbiamo fare nella confusione dilagante del nostro tempo:

«Se io non fossi cattolico, diceva nel 1957, e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo col mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio, come crocifissero Gesù. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo».

Lui, da parte sua, il suo compito l’aveva avuto chiaro davanti, ed è pure il nostro: «Ero uscito di casa per saziarmi di sole. Trovai un Uomo – Gesù – che si dibatteva nel dolore della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: “Permetti che ti stacchi dalla croce”. Lui rispose: “Lasciami dove sono, fino a quando avrò un fratello da salvare”. Gli dissi: “Cosa vuoi che io faccia per Te?”. Mi rispose: “Va’ per il mondo e di’ a coloro che incontrerai che c’è un Uomo inchiodato alla croce”».

Autore: Paolo Risso

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