Vita di san Crispino da Viterbo. Gioia e perseveranza nella vocazione

Unknown-23Non si può credere quanto fosse il giubilo di S. Crispino quando ritornato a casa con la lettera obbedienziale con la quale il ministro provinciale dei cappuccini lo ammetteva al noviziato di Viterbo, e mostrandola ai parenti. e agli amici con grande fervore di spirito diceva: Addio patria, addio parenti, addio amici, addio tutti; ora io già sono figlio del Serafico Patriarca e mi vesto tra i fratelli laici cappuccini. Ecco l’ordine per il mio Noviziato.

Ma invece di riscuoterne applauso; tutti presero a contraddirgli e a disapprovare la risoluzione. Perché, diceva taluno, farsi Frate? Perché soggiungeva qualche altro non scegliere almeno un istituto più mite e meno austero? Altri finalmente perché laico e non Sacerdote? Ma il buon giovane aveva impressa nella sua mente la massima di San Felice, che soleva dire: O Cesare, o nulla, o tutto, o niente. Egli rispondeva a tutti seriamente, che si risoluto di esser tutto di DÌO, e niente del mondo, e che ad esempio di San Felice aveva scelto lo stato di laico, perché voleva servite, e faticare, e inoltre per essere sacerdote conveniva essere più puro di un’ampolla di acqua limpidissima; come fu detto e mostrato dà un Angelo a San. Francesco. La madre poi tutt’angustiata, e dolente dava bene conoscere con le lacrime la sua ripugnanza; allora rivolto a lei, San Crispino le disse: perché piangete o Madre! Non mi donaste voi, essendo io di soli cinque anni a Dio e alla Vergine? Come volete adesso trattenervi quello che avete donato? La donazione è stata fatta liberamente, senza patto e condizione, e col mio consenso; dunque bisogna compierla e quietarsi. Quindi baciate le mani ai familiari e agli astanti, tra pianti, e singhiozzi ricevuta la benedizione, si congedo e in compagnia di altri quattro giovani suoi congiunti.si avvio verso il convento. Da quel momento in poi parve, che il demonio comincio a fargli guerra. Il primo assalto, avvenne nella via che guidava al convento delle Palanzana, infatti giunti vicini alla porta di entrata della vigna Silvestrelli, vi era steso a terra un grande mastino, il quale di solito non molestava nessuno eccetto il caso in cui qualcuno volesse entrare. Ma all’improvviso il cane si avvento contro il nostro S. Crispino con tanta rabbia che gli lacerò le vesti e afferratolo con le zanne sembrava volesse farlo a pezzi, e mentre gli altri attoniti e impauriti scappavano dalla quella bestia, il nostro santo senza paura invoco il patrocinio di Maria Vergine. A questa invocazione quel feroce mastino quasi che fosse stato colpito da potente mano, si ritirò nella vigna. Rimasto libero e illeso pieno di gioia riprese il cammino verso il convento, vi giunse e che era il 4 Luglio dell’ anno 1693.

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