Ad onor del vero

La toccante testimonianza di Annalisa Lucchetti, infoltisce il numero di chi ha preso una forte presa di posizione contro le accuse che stanno viaggiando su rotocalchi di bassa lega, con la complicità di qualche sgradevole accusatore.

mariaimmacolatacieloDesidero dare la mia personale testimonianza sui Francescani dell’IMMACOLATA, punto di riferimento nella mia vita spirituale, attuazione integra e feconda del messaggio Evangelico di Cristo e dell’Immacolata.
Conosco i Francescani dell’Immacolata da ben più di 10 anni. La mia esperienza con i Francescani dell’Immacolata, a Teramo, è stata davvero di cielo, perché conoscerli e frequentare la Chiesa che dirigevano ha cambiato pian piano, ma profondamente, la mia vita.
Mi chiamo Annalisa Lucchetti Cremonini, ho appena compiuto settant’anni, nata e cresciuta a Teramo, figlia unica amatissima e viziatissima. Felicemente sposata con Claudio per poco più di 30 anni, ho avuto due figli e sono vedova da più di 12 anni. Docente di Lettere classiche, ho insegnato per 41 anni in vari ordini di scuola. Famiglia genitoriale cristiana, marito cristiano, forse io lo sono stata solo di nome, ma non di fatto, sono stata una cristiana tiepida, quindi molto poco cristiana. Spesso alla ricerca del Signore, credo, ma non mi sono mai attivata… più di tanto. Ho iniziato una bella esperienza nel Rinnovamento nello Spirito nella mia città, alla morte di Claudio, mio marito, dopo una devastante malattia da Lui affrontata quasi santamente. Sono testarda e perciò, con un notevole doverismo umano sono rimasta nel R.N.S. per ben 6/7 anni. Sentivo, però, di aver bisogno di pregare di più e di cantare di meno, di qualcuno che mi insegnasse tante cose, dalla Confessione alla preghiera classica. Sempre alla ricerca del Signore, ho continuato a farlo con i Domenicani, ho avuto un meraviglioso Padre spirituale e mi pareva di averLo trovato… il Signore! È stato invece, piuttosto, fallimento totale, come aver vinto una libera docenza universitaria che non faceva per niente bene al mio orgoglio che, di certo, non andava alimentato, né mi aiutava nella ricerca di Gesù, perché mi mancavano la preghiera, il credere e vivere profondamente che Gesù… è vivo e vero, nascosto nel Tabernacolo; mi mancavano un approccio serio e corretto alla Confessione e alla divina Eucaristia e ripassare almeno un poco le nozioni fondamentali della retta Dottrina.
È stato proprio in questo momento che la Chiesa di San Domenico ha visto i frati trasferirsi in altra città, anche perché pochi e per mancanza di vocazioni… ed io, tiepida tiepida, sono tornata in Parrocchia, in Cattedrale, ma ho sentito che Gesù, al più presto, mi avrebbe definitivamente vomitato.
È stato allora che ho conosciuto i FF e le SFI e mi sono finalmente chiesta che cristiana io fossi, in realtà.
Mi sono sentita subito in Famiglia, nella semplicità, io che sono stata sempre abbastanza articolata e contorta e tutto, tranne che francescana direi.
Appena li ho visti, invece, con i loro Abiti, i piedi ruvidi, i sandali rotti e gli occhi ridenti, ho provato da subito, un grosso desiderio di imitarli, senza, peraltro, risultati degni di nota. Io, forse per un fatto caratteriale, non ho mai saputo ridere e sorridere troppo (eppure nella vita non ho mai avuto ragione di non farlo) e… mi chiedevo come potessero fare quei frati a sorridere così, sempre. Sincero il loro entusiasmo, il loro sorriso, la loro delicatezza nei confronti anche del più piccolo di noi. Schietta e naturale la loro semplicità, la loro discrezione, l’amore di carità che promanava da ciascuno di loro. Conoscere un Frate, una Suora era come conoscerli tutti. Con le loro peculiarità, certamente diversi, ma in fondo, uguali. Davano, già al primo approccio, un indicibile senso di sicurezza.
E si aveva la certezza, in ogni momento della giornata, che fossero eternamente felici… Potenza del Signore Nostro Dio!
E la preghiera ed il ringraziamento prima e dopo ogni pur piccola, apparentemente insignificante azione, ancora oggi, dopo “molto più” di dieci anni, mi meraviglia ancora… fatta prima di bere un bicchier d’acqua, di mangiare, di pregare, di avviare l’auto…
Padre Stefano, il Fondatore dell’Istituto, certo, ma anche “uno” come ognuno di loro, semplice, sorridente, un bambino che si stupisce e riesce a farti stupire delle piccole cose… che, nei pellegrinaggi a Fatima ed in Terra Santa, all’ora di pranzo, a tavola, come un babbo buono, offriva a chiunque di noi Gli fosse vicino il bocconcino buono buono (non l’avanzo della sua bocca, come hanno avuto l’ardire di accusarlo…) la mela sbucciata, la parola che ognuno si aspettava da lui… e tanto altro ancora che rientra talmente nella sfera delle emozioni (non del sentimentalismo becero però…) e che, quindi, per me, risulta davvero molto difficile comunicare solo a parole.
Padre Stefano che ti incanta e si incanta quando parla dell’Immacolata, che ti porta a desiderarla tanto, da farti ogni giorno, più volte, chiedere a Lei, la “Mammina celeste” di farti diventare, subito, folle d’amore come San Massimiliano Maria Kolbe e… farti innamorare del Sacratissimo Cuore di Gesù e… di quello di Maria… a tal punto tanto…che riesci a fare per la prima volta nella tua vita l’Adorazione al Santissimo Sacramento e le preghiere di riparazione. Che sa infonderti una serenità, una calma, una gioia serafica che ha avuto la grazia di provare più e più volte, anche chi, come me, è pessimista e niente affatto sorridente.
Padre Stefano ama tutti ed ognuno lo avverte in modo speciale, unico. Posso dirlo perché sono un po’ timida, permalosa, meglio dire, forse, caratterialmente bisognosa di attenzioni, per cui, ogni volta che l’ho incontrato, anche di sfuggita, mi sono sempre sentita importante per Lui ed amata personalmente, anche se me ne stavo lontana… esattamente dalla parte opposta.
Padre Stefano Maria che prega e non ha bisogno di chiederti di farlo, perché riesce a farti innamorare della preghiera, come nessun altro, credo, sia riuscito a fare con me.
Che parla di Paradiso, Paradiso, Paradiso e riesce a farti desiderare il cielo. E, che in autobus sgrana Rosari e ti chiedi come faccia e, soprattutto, come fai tu a stargli dietro con quella sua gioia.
Padre Stefano che è umilissimo, eppure regale…
Padre Stefano che mi ha allargato il cuore con le sue mani amorevoli e che ha ricucito le mie ferite… Che riesce a farmi leggere, in ogni cosa che dice e che fa… solo Amore, amore, amore, misericordia, misericordia, misericordia… Che dà sempre se stesso, ad ognuno, senza risparmiarsi mai!
Che guarda sempre i suoi figli e le sue figlie con gli occhi teneri e commossi di un babbo che li ama.
Non l’ho mai visto cupo, anche solo per un attimo…
Una cosa mi ha sempre colpito di Lui: l’essere una mamma e un papà insieme, per tutti…ad ognuno rivolgeva il suo sguardo materno, le sue parole… quelle di una mamma e così la sua dolcezza esemplare, il sorriso, la serenità esteriore lasciavano presagire quella interiore profonda.
Padre Stefano, un Sacerdote che accoglieva ognuno nel Confessionale con pazienza, senza intimidire minimamente, mai autoritario con alcuno…
E riusciva a farti capire la portata devastante dei tuoi peccati con la semplicità serafica francescana di chi ama e non ti spaventa in alcun modo.
Ricordava sempre i nomi di ognuno, non solo dei frati e delle suore dell’Istituto, ma di tutti quelli che incrociava, di chi lo salutava…al quale rispondeva, con affetto, con il Suo nome di Battesimo. E che non poteva che sentirsi felice perché amato e riconciliato con tutto il resto del mondo…
E salutava Lui per primo, come Chi non sente assolutamente il bisogno e il desiderio di essere osannato, mai, mai, mai. Se si provava a fare, non dico un complimento ma dire un grazie, sì schermiva come riesce a fare solo un vero, santo uomo di Dio.
Se è difficile per me parlare un po’ di Padre Stefano Maria Manelli è proprio perché era solo semplicemente buono, semplicemente normale, semplicemente semplice, semplicemente vero!
Si faceva sempre piccolo piccolo, eppure era un gigante… Veniva attorniato di continuo; a stare vicino a Lui si riceveva l’impressione di trovarsi in Famiglia e passava subito l’eventuale imbarazzo davanti alla sua serafica accoglienza e bontà…
Mai qualcuno è entrato con Lui nella confidenza umana, perché avevano tutti molto rispetto della sua autorevolezza che non è stato mai autoritarismo, mai!
Il suo tratto era accogliente e delicatissimo, molti – io stessa, lo facevo – abbassavano lo sguardo davanti a Lui, tanto grande era il rispetto (o la devozione, come dire?) che suscitava in tutti.
Come accadeva nelle famiglie cristiane di una volta, quando si andava a chiedere la benedizione al padre, al genitore, prima di uscire e prima di partire… ci si inginocchiava davanti a lui, non per venerarlo, ma per riconoscerne, spontaneamente e volontariamente, l’autorevolezza…
Il Padre suscitava il bisogno anche solo di una Sua parola, di un sorriso, anche di un cenno … Delicatezze che non lesinava mai ad alcuno.
NON POSSO DIRE DI AVER VISTO MIRACOLI, perché non avrei avuto nemmeno la capacità di capirlo e perché, se avessi avuto l’IMPRESSIONE o l’ILLUSIONE di averli visti, mi guarderei bene dal dirlo, anche e soprattutto perché Padre Stefano, lo so per certo, NON LO AVREBBE MAI DESIDERATO e, ancor meno, APPROVATO, come tutti i Sacerdoti fanno.
Se si provava baciargli la mano e a dirgli un grazie, come si fa con un Sacerdote e ancor di più con un Fondatore della sua umiltà e portata, rispondeva sempre:
“E la Madonna, PREGHIAMO la MAMMINA CELESTE, è solo Lei…” E si confermava, se pure ce ne fosse stato bisogno, la sua UMILTÀ, l’essere sempre nella verità e della verità.
Posso affermare, perciò, che i SOLI MIRACOLI che ho visto sono quelli del CUORE, del MIO, per esempio e di quello di molte PERSONE che conoscevo già da tempo e che ho visto cambiare sotto i miei occhi.
La letizia serafica non si misura con il termometro, purtroppo, ma non ho difficoltà ad affermare che vicino a Lui ho provato sempre gioia, voglia di sorridere e pregare. Anche piangere, devo dire, ma di gioia nuova, perché era un pianto che non mi rattristava, ma sbloccava il mio cuore.
Tre anni fa, con il commissariamento dell’Istituto, ho visto sulla stampa e sui mass media ho sentito “vomitare ” fango su di Lui, ma ogni volta non riconoscevo in “quel” fatto e negli accadimenti che venivano riportati, nemmeno alla lontana, la Sua sembianza, la sua personalità, il suo tratto, tutto ciò che lo contraddistingueva alla grande.
QUANTO si è SCRITTO e LETTO su di lui, sui Frati e le Suore NON è la VERITA !!!
Ogni volta mi sembrava di vivere e rivivere un incubo al solo leggere quelle false calunnie ed accuse infamanti…
Ed è forse, proprio “grazie” a quelle accuse infamanti… che sono portata a dire… che Padre Stefano Maria Manelli, anche se non è giusto che in vita alcuno possa dirsi ed essere chiamato già santo… proprio perché sono stata testimone oculare, per molti anni, in tante circostanze, del suo agire, del suo COMPORTARSI e RAPPORTARSI in MODO CORRETTISSIMO e CONFORME alla RETTA DOTTRINA con SUORE, FRATI, LAICI TUTTI che fossero o meno Francescani dell’Immacolata, “UN PO’ TANTO SANTO ” già LO È su questa terra… quanto a correttezza e moralità di vita, e pazienza…e sincerità e… e tante virtù acclarate, almeno  tutte quelle che io ho avuto la grazia di vedere… Del resto, ho letto che PADRE PIO affermava che la santità di un Istituto religioso si vede proprio dalla persecuzione che soffre.
Allora cristianamente voglio sentirmi piena di Letizia perché la Madonna, in cielo, li ripagherà un milione di volte tanto e questo basta a tacitare il mio cuore di cristiana, non proprio tutta d’un pezzo che, confesso, ha sofferto e sta soffrendo da un bel po’ ed ancora soffre.
In questi tre anni ho commentato spesso le vicende dei frati con una rabbia malevola e poco cristiana, che mi vergogno a giustificare con il fatto che noi fedeli siamo rimasti SENZA il loro AIUTO.
RISENTIMENTO, di cui mi sono ogni volta vergognata e pentita, perché ho odiato chi scriveva peste e corna di loro… ed ero e rimango certissima di tutto ciò che ho visto con i miei occhi e sentito con i le mie orecchie, non ho ragione alcuna di condividere nessuna delle brutte cose delle quali e per le quali vengono accusati e dico, nella VERITÀ, con l’aiuto dell’IMMACOLATA, della mia CONSACRAZIONE ILLIMITATA a LEI e… di quel che Padre Stefano Maria Manelli mi ha lasciato come INSEGNAMENTO, da qualche tempo appunto, sto provando a PERDONARE tutte le calunnie che sono state fatte contro di LUI ed a PREGARE PER tutti LORO… anche perché, so per certo che i carissimi Padri fondatori, Padre Manelli e Padre Pellettieri, non sarebbero contenti, se solo sapessero che non riesco ad IMITARE GESÙ SULLA CROCE, neanche un pochino.
Il MERITO so che non è il mio, ci sarà una graduatoria di merito, se il merito c’è stato, a partire da quello di GESÀ e di MARIA, a seguire la mediazione dei FONDATORI, da ultimo il merito, forse, dei FEDELI che hanno avuto la GRAZIA di SAPER DISCERNERE la VERITÀ e pregare… e…un  poco poco…il mio…forse…

In fede
Annalisa Lucchetti

In Corde Matris et in Nomine Jesu et Mariae !!!

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