San Crispino giunto che fu al convento della Palanzana si presentò umilmente al Padre Guardiano, che era anche maestro dei novizi, e genuflesso per terra gli consegnò la lettera obbedienziale del Ministro Provinciale, in virtù della quale doveva esser ammesso fra i laici dell’Ordine. Allora il Guardiano mirandolo attentamente, e scorgendolo così piccolo di statura, gracile e macilento, e di un color malsano, si formò il giudizio, che il giovane non poteva essere atto all’istituto, ne sostenere le fatiche, proprie dello stato dei fratelli laici. Gli disse pertanto francamente: figlio mio voi non fate per noi cappuccini, e la vita di noi cappuccini, e particolarmente dei fratelli laici non fa per voi: orsù dunque tornate in buona pace in casa vostra, perché con l’osservanza della legge di Dio potrete salvarvi ancora nel secolo, e farvi santo. A questo annunzio il buon Crispino, come se fosse stato sorpreso da un colpo d’apoplessia rimase muto, freddo, pallido e come morto, e stando cosi inginocchiato si gettò con la faccia sui piedi del Guardiano, e bagnandoli di lagrime traeva profondi sospiri e singhiozzi senza poter parlare. Mentre stava così prosteso e gemente, sopravvenne il vicario, e gli altri frati, ed osservandolo cosi scarno e malsano convennero con il Guardiano di non ammetterlo al noviziato. Fattolo dunque alzare in piedi lo confortarono alquanto, e poiché l’ora era tarda, gli diedero ospitalità per quella notte nella foresteria, ingiungendogli di far ritorno nel giorno seguente a casa sua. San Crispino nel frattanto riprese fiato, e facendosi coraggio sfogò il suo dolore al portinaio, il quale era pieno di carità, e lo supplicò a fare in modo, che potesse nuovamente parlare col superiore. Venne di fatti il Guardiano ed altri Religiosi per consolarlo, e persuaderlo insieme a mutare parere. Allora inginocchiandosi San Crispino e piangendo a dirotto disse loro con tutta l’effusione dell’animo: Ma padri miei perché non mi volete accettare? Benché voi mi vedete cosi piccolo e meschino, io sono sano e forte quanto ogni altro; provatemi almeno per qualche mese, che io spero coll’aiuto di Dio e della Vergine di ben servirvi, quanto ogni altro Novizio.
Pronunciate queste parole tornò a piangere, e sospirare più acerbamente di prima, poiché era affatto inconsolabile. Il padre vicario ed alcun altro religioso nel vedere tanta fermezza, e contristamento si mossero a pietà, e prendendo le di lui parti furono di sentimento, che non si dovesse rimandare. In tanta varietà di pareri fu preso il partito di scriverne al padre provinciale; il quale rispondendo ordinò, che subito si vestisse il giovane, giacché a lui spettava di ammettere i novizi all’Ordine, agli altri poi di provarli. In tutti quei giorni in cui rimase controversa, e sospesa la vestizione, egli raccomandava al Signore la propria causa con incessanti preghiere, digiuni, e penitenze; in tutti quei giorni non si cibò che di solo pane, ed acqua, dormì ogni notte sul nudo terreno e né contento di orare tutto il giorno, passava ancora le notti in ardentissime preci; prendendo solo un po’ di riposo sul far del giorno. A questi patimenti aggiunse le più aspre flagellazioni e poiché non aveva dove percuotersi, andava segretamente raccogliendo nell’orto dei fascetti di salci e di brunchi spinosi con i quali più volte il giorno si batteva a sangue. Tante preghiere e penitenze mossero la Divina Bontà ad esaudirlo. In vista dunque dell’ordine del padre provinciale nel giorno di S. Maria Maddalena il 22 luglio dell’anno 1693, venne vestito con l’abito di novizio cappuccino, e gli fu mutato il nome di Pietro in quello di Crispino (patrono dei calzolai), in ottemperanza del mestiere da lui esercitato nel secolo. Mentre si spogliava degli abiti secolari rimasero tutti compunti nel mirare le sue vesti tutte cosparse di sangue per le precedenti flagellazioni, e molto più nel vedere lo straordinario fervore, con il quale il medesimo accompagnava tutta quella funzione. Piangeva a dirotto nel vedersi finalmente vestito del sospirato abito, e in parte per il timore di poterne essere ben presto spogliato per la sua salute e il suo gracile temperamento.