Perché alcuni quotidiani si meravigliano se l’artista di strada, Hogre, rischia una multa salatissima o due anni di carcere per avere dipinto manifesti in cui si mostra Gesù nell’atteggiamento di una persona eccitata, in compagnia di un bambino? Un Gesù nei panni di un pedofilo, per dirla più chiaramente.
Questi quotidiani, per sottolineare l’inadeguatezza della possibilità di punire Hogre, ricordano che si sta invocando una legge del 1930, come se la bontà di una norma dipendesse dalla sua datazione. Un oltraggio è sempre un oltraggio, come un omicidio è sempre un omicidio.
La legge che punisce l’omicidio è molto più antica di quella che punisce il vilipendio alla religione cattolica, eppure nessuno si sognerebbe di criticarla solo perché di vecchia data.
La doverosa punizione da infliggere ad Hogre non sa di vendetta. È necessità di giustizia.
Oggi che tutti parlano di diritti, occorre ben tutelare i diritti di Dio.
Sembrerebbe che in questo pazzo mondo, di tanto in tanto, riemerga qualche perla di buon senso.
Speriamo che la punizione per l’artista non finisca in una delle tante bolle di sapone.